LA MEDIA CHE NON FUNZIONA
Cari colleghi,
anche quest’anno veniamo bocciati!
Ve lo scrivo con una tale tristezza nel cuore, che le parole mi si chiudono in gola.
Avevo sperato davvero che qualcosa cambiasse, pensavo che ce l’avremmo fatta. Invece, no!
Bocciati per non aver raggiunto gli obiettivi minimi prefissati:
1) saper trasmettere amore per la conoscenza a tutti i nostri allievi;
2) accompagnare i ragazzi nella continua esplorazione, sperimentazione e riflessione delle proprie conoscenze;
3) insegnare la condivisione, il confronto, la cooperazione per apprendere insieme in serenità;
4) sostenere i ragazzi nella scoperta delle proprie attitudini e abilità;
5) far evolvere le conoscenze e i talenti di ciascuno allievo attraverso una miriade di stimoli culturali e sociali.
Le verifiche hanno dato un giudizio inappellabile: il corpo insegnanti è totalmente insufficiente in tutte le 5 discipline.
L’elemento che ha maggiormente concorso alla nostra bocciatura è stato il giudizio con il quale la maggior parte di noi docenti ha definito gli allievi, la classe, il contesto e i percorsi di apprendimento.
Le frasi più usate nelle scuole sono state: “tu non sei in grado”, “tu non ti impegni abbastanza”, “voi non vi applicate”, “le famiglie non vi educano più”, “tu non ce la fai”, “tu non ti comporti bene”, “voi non ascoltate”, “voi non seguite”, “non c’è speranza”…
Utilizzando questo linguaggio quasi quotidianamente, ci siamo convinti che la riuscita scolastica dipendesse da qualcun altro al di fuori di noi e, in linea con questo pensiero, ci siamo concentrati a contare i voti e fare la media matematica delle verifiche, dimostrando a noi stessi e al mondo che un 3+ un 4+ un 5+ un 6 = l’allievo è insufficiente.
Che confusione abbiamo fatto! Non abbiamo ricordato che i percorsi educativi si misurano in tutt’altro modo dai flussi finanziari!!!
Avremmo dovuto guardare a quel miglioramento come un contadino che gioisce dei piccoli fili di grano che spuntano dal suolo dopo mesi di aridità e di incertezza…Invece no!
Dimenticando totalmente la pedagogia, abbiamo deciso che era meglio sottolineare che gioire: chi ha reso poco tutto l’anno, va punito, sempre e comunque, anche se s’è tardivamente pentito e alla fine il 6 l’ha raggiunto. Così maturerà, imparerà, gli servirà da lezione…
Eh sì, cari colleghi, la nostra Scuola non ammette la volata del Giro d’Italia!
Con la coscienza alleggerita (puntare il dito permette di non riflettere su se stessi), ci siamo consolati con la lamentazione, ripetendoci l’un l’altro le stesse fatiche, con la costanza di chi dice il rosario tutti i giorni.
Non abbiamo neppure pensato di avere a disposizione un potenziale per cambiare la situazione!
Se ci fossimo concentrati, se ci fossimo organizzati diversamente, se avessimo dedicato un po’ di tempo a pensare confrontando davvero le idee, studiando nuove strategie, facendo qualche supervisione, senza demordere … tutti insieme… avremmo potuto aumentare l’autostima di Paolo che conclude la quinta elementare, credendo d’essere il “bulletto della classe” incapace di studiare, ma bravissimo a provocare; avremmo provato e riprovato a catturare lo sguardo di Mattia, bocciato per la seconda volta nelle medie e ritrovare nei suoi occhi spenti e annoiati dell’ultimo banco, la gioia per l’apprendimento; e avremmo saputo incoraggiare Marta e Claudio che hanno smesso di frequentare la quinta superiore, due mesi prima della fine, convinti di non farcela all’esame.
Si, avremmo potuto fare molto! Un gruppo di “professionisti dell’educare” che dedica del tempo a pensare è una FORZA, un’intelligenza creativa, una possibilità, forse l’unica vera possibilità educativa per certi ragazzi.
Perché non ce ne siamo ricordati??? Se solo avessimo compreso a fondo la bellezza dell’insegnare, ce l’avremmo fatta a chiudere con gioia piena questo anno!
Peccato davvero d’esser stati bocciati per distrazione e incompetenza.