Pedagogia della gratuità per una società più felice.
Si intitola così l’ultimo libro di Ferdinando Maria Ciani ed è un raggio di sole nella nebbia o uno schiaffo per svegliare la nostra scuola addormentata.
Ferdinando è professore delle medie, quell’ordine di scuola che colleziona ancora oggi il più alto numero di bocciati della scuola italiana. I prof che bocciano, e le maestre che da qualche anno hanno preso ad imitarli, lo fanno sempre e solo per il bene dei bambini, per dare loro l’occasione di riflettere e il tempo di maturare. In contraddizione, gli studiosi della dispersione scolastica hanno osservato che la bocciatura costituisce un’importante causa di abbandono. Perché?
Si tratta dell’ Effetto Pigmalione. Pierino viene bocciato in prima elementare o media, è immaturo e anche maleducato. Quando ripete l’anno ha da poco compiuto 6 anni, o forse 11, ma per i maestri o i prof diventa “il ripetente”. Alcuni lo palesano, non per cattiveria, ma per spiegarsi velocemente quando c’è da lamentarsi di una classe difficile; altri lo pensano soltanto.
“Pierino il ripetente” inizia la sua carriera scolastica con quello sguardo del maestro che gli si appiccica addosso come un “costume” e così inizia la sua recita sul palcoscenico della scuola. La vita in fondo, lo sappiamo tutti, è un grande teatro nel quale interpretiamo parti a seconda del setting. Se tu-lettore-fossi Pierino il ripetente, quale comportamento assumeresti in classe? E cosa penseresti della scuola?
“LA SCUOLA NON FA PER ME” dicono molti ragazzini in dispersione scolastica, non solo quelli che a scuola non ci vanno più, anche quelli sempre presenti, che non fanno nulla!
Ci rendiamo conto della gravità di questa frase? Se un ragazzino ha deciso a 10 anni che la scuola non fa per lui, che ne sarà del suo cammino? Dove andrà? E chi incontrerà? E noi cosa abbiamo fatto per fargli cambiare idea? Ha solo 10 anni, o forse 8 oppure 13, non importa. È comunque solo un ragazzino. Noi siamo gli adulti di riferimento! Se la scuola non è fatta per lui, allora per chi è fatta la scuola?
Nel 1962 la scuola media divenne obbligatoria. Quell’anno fu bocciato il 47 % dei bambini. I bocciati del Mugello andarono a Barbiana da Don Milani, tirati per le orecchie dai genitori disperati che tentavano l’ultima spiaggia per recuperare i loro somari. In quel contesto di Pierini ripetenti nacque una delle esperienze scolastiche più interessanti. I ragazzi discutevano la vita, quello che gli accadeva e portarono in pubblico un’interessantissima tesi: LA SCUOLA DELL’OBBIGO NON PUÒ BOCCIARE. I bambini di Barbiana con Don Milani scrissero e motivarono questa tesi in “Lettera a una Professoressa” un capolavoro di riflessione per la scuola italiana. Alzi la mano chi ha letto e meditato questo grande libro!?
Sono passati più di 50 anni, ma ci ostiniamo in una coazione a ripetere, insistendo a valutare e/o bocciare bambini e ragazzi che non imparano il programma. Dovremmo invece bocciare noi stessi che ancora non abbiamo imparato che il programma non c’è più! Le Nuove Indicazioni l’hanno scritto a caratteri cubitali. Ci sono i PERCORSI, non i programmi! Che senso ha sottolineare tutti i fallimenti di un ragazzino che sta imparando a camminare nella conoscenza? Se ci accorgiamo che Pierino “non impara”, anziché insistere con verifiche che gli daranno modo di collezionare voti negativi, perché non dedichiamo tempo a inventare “qualcosa” che lo incoraggi davvero alla conoscenza?
Non facciamo confusione però! L’aiuto non è una diagnosi di BES, DSA, DSC, ADHD, …!
La nostra scuola ha iniziato a MARCHIARE i bambini, esattamente come la nostra società MARCHIA i consumatori. Abbiamo uno sfrenato bisogno di etichettare, fare diagnosi, medicalizzare, definire … per poi tirare un sospiro d’angosciosa tristezza e dire: “In classe ho 4 BES, 3 DSA, 2 ADHD e sono stremata!” oppure ” Mio figlio è un DSA, non potrà svolgere il programma come gli altri!”.
Ma cosa esiste veramente dopo la diagnosi? Volete che scoperchiamo insieme questa pentola a pressione? Meglio di no, ve l’assicuro …
Cari genitori, cari insegnanti, fermiamoci tutti un attimo a pensare insieme. Se la scuola è un percorso di conoscenza, cosa stiamo facendo per alimentare, sia a casa sia a scuola, il desiderio di conoscere? Attraverso questa rubrica proveremo a impostare un “pensatoio” pieno di domande. Chissà che insieme non si intuiscano nuove strade per una scuola che dia senso alla vita o per sperimentare esperienze di vita che intreccino i percorsi scolastici, riempiendoli di senso.